Ringraziamenti

Sono nata e cresciuta vicino ai binari dei treni, nella casa del mio trisavolo, figlio di un fabbro di origini veneziane, che approdò a Verona a metà del XIX secolo costruendo la linea ferroviaria Venezia - Verona.
Oggi il caso ha voluto che mi stabilissi a mia volta in una casa popolare INA, sempre accanto alla ferrovia, in via Giobatta Domaschi, al quale dedichiamo questo libro.
Il giovane anarchico Veronese, infatti, è stato la scintilla che ha dato vita all’intero progetto. Quando, ad un evento organizzato dall’associazione culturale La Sobilla mi accorsi che la biblioteca portava lo stesso nome della via dove abito, chiesi informazioni al curatore Andrea Dilemmi, il quale mi rivelò di averne narrato le imprese nel libro “Le mie prigioni e le mie evasioni”.
Scoprii così che Giobatta Domaschi, operaio presso le officine ferroviarie vissuto al Porto San Pancrazio, aveva frequentato gli stessi ambienti del mio bisnonno Alfredo Goattin, macchinista attivo nel sindacato dei ferrovieri. Colsi questa coincidenza come un segno, l’occasione per cominciare a guardare le strade del mio quartiere con occhi diversi e per conoscere molto di più sulle mie origini.

Per le circostanze in cui ci siamo trovati nel 2020, il lavoro del collettivo è stato molto impegnativo e qui vogliamo sinceramente ringraziare tutti coloro che hanno contribuito:

Paolo Goattin, nipote del Cav. Attilio Rossi, per gli aneddoti e il materiale fornito; Francesca Capobianco per la prefazione; Andrea Dilemmi, Michele Coati, Giovanni di Il Gabbiano J.- arte cuoio, Lia di Libre, Osteria Ai Preti, Maurizio Gioco, pasticceria La Ribalta, Alessandro di Abbigliamento Recchia, Piero Testoni e il professor Giuseppe Rama, Ciocchetta Nicola di Autofficina Basso Acquar, il Calzolaio Giorgio, Bar La Rocca, Ottica Dall’Ora, Silvia Melotti, Ilaria Fasolo, Marco Sancassani, Mirko De Santi, le chicas, APS Magazzino Verona per aver creduto nel nostro progetto e per averlo sposato; Massimo Sbardelaro di Vecomp Spa per aver ospitato gli incontri di verifica del gruppo di lavoro; tutte le persone incontrate, durante le riprese fotografiche, di cui non ricordiamo i nomi, che ci hanno portato testimonianza della vita nei quartieri di Verona. Infine un ringraziamento speciale a Gianluca De Santi per la dedizione e la cura con cui ha dato forma e vita al materiale raccolto.